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Prof. Eugenio Brunocilla

Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna

Prof. Eugenio Brunocilla

BrunocillaEMILIA ROMAGNA
Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna
Prof.  Eugenio Brunocilla

 

Da qualche settimana l’autorevole rivista Newsweek Statistica” ha pubblicato la classifica dei “primi cento ospedali nel mondo”. I primi tre italiani sono il Gemelli di Roma, che si colloca al 37° posto in classifica, il Niguarda di Milano al 50° e il Sant'Orsola di Bologna al 60°. 

Questa la premessa dell’articolo che, nel nostro tour per l’Italia, vede come obiettivo proprio il reparto urologia di questa importante struttura emiliana.

Il Policlinico S. Orsola-Malpighi è sede di un polo universitario.

Il reparto di Urologia è diretto dal Prof. Eugenio Brunocilla, che si occupa delle patologie dell'apparato urinario femminile e maschile prevalentemente oncologiche.

L’ospedale si trova immediatamente fuori dalle antiche mura in una zona residenziale Bologna, circondato da piccole palazzine in stile bolognese, vicino alla circonvallazione che costeggia le mura della città.  

Si raggiunge facilmente dalla stazione centrale con mezzi pubblici, o in auto con la possibilità di parcheggiare nel garage sotterraneo.

L’edificio è distaccato dal complesso centrale dell’ospedale S.Orsola,  la struttura non è grandissima e mostra ormai i segni del tempo,  si sviluppa su  6 piani,  ci sono reparti di oculistica, malattie infettive, un presidio Psichiatrico, un reparto di nefrologia Dialisi e Urologia.  

Al piano terra si trovano gli sportelli del Cup, un piccolo bar e il pronto intervento oculistico.

Per salire ai piani superiori si utilizzano le scale e i 4 ascensori, due dei quali un po’ troppo stretti.

Gli ambulatori di urologia (ben 12, tra i quali l’ambulatorio dedicato alle urostomie e alla riabilitazione della continenza) si trovano al piano seminterrato, mentre i reparti di degenza urologica sono due e si trovano al primo piano, e si differenziano tra loro per il tipo di patologia trattata: un reparto d lunga degenza di “alta intensita’ (ala ovest) e un reparto che accoglie la patologia media e bassa intensità (ala est).  

Al terzo piano si trovano gli studi medici e le segreterie, a metà del lungo corridoio sulla destra si trova lo studio del Prof. Eugenio Brunocilla a cui siamo seduti dirimpetto per l’odierna intervista.

Professore, quanto è importante il tumore della vescica nella struttura da lei diretta?

 

La neoplasia uroteliale rappresenta una delle patologie più frequenti se non la prima per numero di pazienti trattati presso l’unità operativa da me diretta.

Dal 2020, è stata istituita la “Bladder Unit”. Con cadenza settimanale, viene svolto un incontro multidisciplinare in cui un gruppo di specialisti dedicati costituito da urologi, oncologi, patologi, radiologi, radioterapisti e medici nucleari, discutono i casi clinici di pazienti affetti da neoplasia uroteliale ad alto rischio, con lo scopo di pianificarne l’iter diagnostico-terapeutico più adeguato.

Potrebbe spiegarci meglio cosa intende per “pianificazione dell’iter diagnostico-terapeutico più adeguato”?

Dal 2020 sono stati discussi oltre 800 casi di pazienti affetti da questa neoplasia e grazie alla collaborazione tra gli specialisti è migliorata l’aderenza alle linee guida, è aumentata l’indicazione ad eseguire chemioterapie adiuvanti e neoadiuvanti, sono stati stabiliti e condivisi dei percorsi di cura e gestione peri operatoria e sono state poste le basi per lo sviluppo di protocolli di studio.

Professore, ci ha parlato pocanzi di “team multidisciplinare” e sappiamo quanto sia strategica la collaborazione tra le diverse “specialità” anche per quanto riguarda gli aspetti legati alla conservazione della vescica. A questo proposito cosa viene fatto nella vostra struttura?

Nella nostra struttura il team multidisciplinare, costituito da urologi, patologi, radiologi, radioterapisti e oncologi dedicati all’apparato urinario, si riuniscono settimanalmente per discutere l’iter diagnostico-terapeutico dei pazienti affetti da neoplasia vescicale superficiale ad alto ed altissimo rischio, da neoplasia vescicale muscolo-invasiva e da neoplasia dell’alta via escretrice.

Le indicazioni alla cistectomia radicale, sia nei pazienti con malattia ad alto grado “BCG resistant” che nelle forme infiltranti, vengono condivise da tutto il team tenendo conto dell’anamnesi e della volontà del paziente.

Nel nostro centro, per i pazienti non candidabili e/o non motivati all’intervento di cistectomia radicale, è attivo dal 2020 un percorso terapeutico multidisciplinare di “approccio multimodale con intento bladder sparing”. Questo rappresenta, a nostro avviso, il punto massimo di collaborazione multidisciplinare in cui il paziente viene sottoposto consecutivamente ad un trattamento chirurgico, oncologico e radioterapico.

Dopo una prima resezione endoscopica transuretrale TURB (diagnostica) il paziente viene sottoposto a una seconda TURB con intento citoreduttivo; dopodichè si procede con la chemioterapia con intento radiosensibilizzante (cisplatino, mitomicina c o gemcitabina) ed alla radioterapia che può essere mirata alla sola vescica o comprendere anche i linfonodi pelvici.

Anche il follow up del paziente che viene sottoposto al trattamento multimodale è multidisciplinare: oltre alle cistoscopie con biopsia il paziente viene seguito mediante indagini radiologiche i cui referti vengono valutati collegialmente.

Per il futuro abbiamo in programma di partire con la sperimentazione dell’utilizzo di immunoterapici diretti verso il PD-1 (Pembrolizumab) e delle instillazioni di Nadofaragene firadenovec per il trattamento delle neoplasie superficiali ad alto grado e BCG resistant.

Quanti interventi vengono effettuati annualmente al Sant’Orsola?

 

Nel nostro centro, ogni anno, vengono eseguiti oltre 500 interventi di asportazione endoscopica di neoplasia vescicale e circa 90 cistectomie radicali.

Sappiamo che una buona parte delle operazioni appartenenti alla chirurgia maggiore vengono da voi effettuati con la robotica; quanti per esattezza?

Da circa 4 anni il 40% degli interventi di cistectomia radicale vengono eseguiti per via robotica con derivazione ortotopica o con condotto ileale completamente intracorporei.

Infine, per quanto riguarda gli aspetti legati alla riabilitazione e il recupero funzionale post-operatorio, come siete organizzati?

 

Nella nostra Unità Operativa sono presenti tre ambulatori dedicati alla gestione delle stomie ed al recupero post-operatorio dei pazienti sottoposti a cistectomia con confezionamento di neovescica. È presente un ambulatorio “Urostomoe” in cui 2 infermiere specializzate nella gestione delle stomie, ricevono quotidianamente i pazienti per medicazioni, cambio dei tutori ureterali non complessi e forniscono supporto e consulenza sulla gestione delle placche da urostomia.

I pazienti portatori di neovescica ileale rimuovono il catetere dopo circa 14 giorni dall’’intervento chirurgico, previa esecuzione di una cistografia retrograda con fase minzionale. Alla rimozione del catetere vescicale i pazienti vengono accolti nell’ambulatorio dedicato alla riabilitazione del pavimento pelvico, dove gli viene spiegata la minzione con l’ausilio del torchio addominale e viene valutata la presenza di eventuale residuo post minzionale.  Dopodiché i pazienti vengono seguiti periodicamente, in base anche alle necessità che si presentano, sino alla regolarizzazione della minzione.

Inoltre, in particolar modo per i pazienti sottoposti a cistectomia robotica “nerve sparing”, è attivo un ambulatorio di andrologia riabilitativa in cui uno specialista andrologo segue il paziente sino alla ripresa della potenza sessuale.

 

Anche questa tappa si è conclusa dopo una interessante esposizione dell’impegno profuso dai medici che rappresentano le eccellenze italiane. Il Prof. Brunocilla (che ringraziamo per la collaborazione) e il suo team sicuramente rientrano in questo novero.

Edoardo Fiorini

In appendice e ad arricchimento di questa intervista abbiamo voluto aggiungere la storia di Anna A., una paziente operata quattro anni fa in questa struttura e che ha voluto dare il suo contributo con l’obiettivo di valorizzare quanto già esiste e migliorare quello che per il momento manca o di cui è carente:

 

La mia storia oncologica inizia nell’aprile del 2015 quando, a seguito di un episodio di ematuria, mi viene diagnosticata una neoformazione vescicale. Il Prof, con la sensibilità che lo contraddistingue, è stato capace di tranquillizzare me e i miei familiari, e ci siamo sentiti al centro delle attenzioni sanitarie da parte di tutto il reparto. Perché come si sa, una diagnosi di tumore coinvolge tutta la famiglia.

In quel periodo gli ambulatori del Malpighi sono diventati la mia seconda casa e avrei desiderato confrontarmi con altri pazienti che prima di me hanno dovuto affrontare analoghe situazioni.

Il chirurgo mi ha consigliato di eseguire la cistectomia radicale senza ulteriori alternative. Avendo la consapevolezza di affidarmi a professionisti molto competenti, a dicembre 2017 ho decido di farmi operare nel reparto di urologia diretto dal Prof. Eugenio Brunocilla e il Dott. Sergio Concetti.

Le procedure per il ricovero   esami, visite, ecc. sono state ben organizzate e veloci.

L’intervento chirurgico è stato eseguito con successo, anche se una complicanza ha reso necessario un secondo intervento per perforazione intestinale.

Ancora oggi posso dire di sentirmi fortunata di vivere in una regione come l’Emilia-Romagna, sicuramente un luogo di eccellenza per la sanità sul piano dell'assistenza ai malati.

Consiglio di migliorare il rapporto con il paziente nella fase post-degenza, dopo l’intervento: non dovremmo mai essere lasciati soli.

Suggerisco poi interventi di ammodernamento del reparto che risulta essere un pò vecchio, con camere troppo affollate, e il miglioramento delle condizioni igieniche.

Oggi sono trascorsi 4 anni dall’intervento e mi sento rinata.

P. Neruda diceva: “ E questa la ragione per cui nascere non basta. È per rinascere che siamo nati”

 


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