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Le nostre Storie

Storia di una goccia di sangue

di Armando Semplice
Tumore Superficiale

L'era in questi giorni di 7 anni fa che durante una normale minzione apparve sulla parete bianca del cesso apparve una macchiolina rosa tendente al rosso. Pare una goccia di origine sanguigna, una grattata di testa con illuminazione: «De in dove la viene?». Una toccata al naso «Niente», verifica intorno al luogo di provenienza del getto «Nessuna ferita, tantomeno sanguinolente»... Controprova: con un foglio di carta igienica asciugatura di  tutt'intorno all'origine del getto, attenta verifica per scoprire tracce colorate «nanca un colore!» «Porcosciampigno... ??? allora... la goccia rossa la viene del di dentro!!»

Consolazione: «molti anni fa una colica renale, potrebbe essere il risultato di qualche sassolino o della sabbietta che potrebbero essersi mossi nei reni».

Prudenza: «d'ora in poi urinare lentamente e contro la parete del cesso e osservare attentamente».

Così è passato l'estate fino ad ottobre senza alcun segnale di macchie rosse sulla parete del cesso. Sono andato dal mio Robert (dottor) per dirgli del fatto. Senza nanca on battito di ciglio: «Armando l'è meglio darci un'occhiata dentro». Pronti, via impegnativa per ecografia addome completo, gli ho chiesto da chi «Senza ombra di dubbio dal Giannantonio».

Era ormai novembre che mi trovavo sdraiato sul lettino del comune amico Giannantonio. Cicciaravamo sulle reciproche vacanze, intanto mi impomatava e poi faceva scorrere il rilevatore sulla pancia e fianchi guardando attentamente il video; improvvisamente un grido «Eccolo!!!».

«Che roba?» «Polipetto di un paio di mm!» Sono di fronte a lui mentre invece di scrivere la diagnosi prende il telefono a chiama il Robert «Roberto, c'è qui l'Armando che ci ha un polipetto di 2-3 mm in vescica», poi rivolto a me «Ti scrivo il referto e vai subito dal Roberto che ti aspetta».

L'è stato che con il scior dottor mi ha spiegato che di malati affetti di simile patologia ne ha qualche decina che vivono felicemente da decine di anni con il solo impegno di fare dei controlli mel tempo. Messo tranquillo dal Robert con lui si è deciso di riferirsi all'Urologia del Bassini. Visita dallo specialista a fine novembre: il dottor Viganò mi prenota per una TURV. Domando «Cosa è?» «È una cistoscopia, che oltre a far vedere l'interno della vescica permette di asportare la parte malata tutto per via endoscopica.»

Dopo il prericovero mi fu chiesto se avevo problemi a ricoverarmi prima del s. Natale «Prima vengo a capo di questa situazione, meglio è»

C'è la preparazione a casa nel giorno precedente il ricovero:

  1. pranzo: pastina e frutta cotta
  2. 0re clistere evacuativo, si compera il  tubetto in farmacia e poi si può fare tutto da soli
  3. eseguire depilazione zona pelvico addominale (area delle mutande)
  4. qui l'aiuto della moglie è fondamentale
  5. rilievo temperatura ascellare
  6. cena: brodo
  7. doccia prima di coricarsi
  8. dalle ore 24.00 digiuno da cibi solidi
  9. fino alle 6 del giorno del ricovero è permesso bere solo acqua

Il 21 dicembre alle  07.00 puntuale in Urologia del Bassini. Nudo con camice bianco mi danno da bere "l'aperitivo" (un calmante), appoggiano sul letto dei raccoglitori e mi spingono fino alle sale operatorie. Controlli, infermieri che scrivono dentro i raccogliotori poi dentro in sala operatoria: anestesia spinale, gambe in posizione ginecologica. Il chirurgo spiega agli assistenti cosa fa e perché, neanche un fastidino senti, tolgono gli strumenti chirurgici e mettono il catetere. Ti spostano su un letto normale e vai nella sala di osservazione. Piano piano il letto si riempie di sacche di acqua e vasi di medicinali collegati al tuo braccio. Passato il tempo di osservazione post operatoria ricompaiono i due angeli bianchi del reparto ch ti riportano al tuo posto. A questo punto si deve bere per stimolare la minzione: infermieri e dottori passano e mentre ti chiedono come stai guardano attentamente la sacca del catetere appesa al letto per controllore se la funzione urinaria c'è, la quantità e il colore del liquido. Le gambe non esistono, un passatempo lo scoprire il loro lento ritorno. Nel tardo pomeriggio, con la presenza di un infermiere mi metto in settone sul bordo del letto poi in piedi e spingendo l'appendi flebo con una mano e l'altra a tenere su il sacchetto i primi cauti e timidi passi. Una piccola cena, quattro passi in corridoio, le medicine (per esperienza se offrono anche un antidolorifico è meglio accettarlo). Silenzio, luce privata del letto: avanti con la lettura del "Fermo e Lucia" del Manz Aless, dopo con la radio canale auditorium classica... e da capo; un qualche pisolo è stato fatto. Finalmente si accendono le luci e comincia il nuovo giorno. Misure di perssione, glicemia, temperatura: ogni infermiere da un'occhiata al sacchetto e raccomanda di bere! Colazione e quattro passi in galleria, ma la capa infermiera dice di non girare con il camice dell'ospedale per via delle chiappette che non sono proprio nascoste. Ci ha ragione ma ci vuole un pigiama che abbia le braghe con la patta apribile dalla vita al cavallo! (mica così semplice, oggi). Il chirurgo durante la visita del mattino mi racconta che ha pulito tutto per bene e ordina un'istillanzione di sostanze chemioterapiche, gli portano un siringone con almeno 100 cm3 che via catetere mi refila in vescica. Arrivato il pigiama in perfetto stile "urologia", lo indosso e devo dire che con pigiama, vestaglia, appendi flebo a mo' di bastone da passeggio e nell'altra mano il sacchetto catetere come una borsa... faccio ancora la mia figura nella passeggiata in galleria. Le giornate, in ospedale, sono lunghe malgrado le quattro chiacchiere con i vicini di letto, la lettura del giornale o di libri, l'ascolto della radio, le visite dei parenti.

Alla fine della giornata il medico osservando le urine ha sentenziato che cominciavano ad essere chiare, tutti gli avanzi dell'intervento sono quindi usciti dalla vescica.

La seconda notte è stata più faticosa per via che nel tentativo di ispirare il sonno furono chilometri percorsi in corridoio: sarebbe meglio chiedere un farmaco che favorisca il sonno.

Il terzo giorno è stato come il precedente con in medici indecisi se spedirmi a casa e tenermi in cura, e fu così che solo il quarto il giorno, vigilia del s. Natale alla mattina il medico ha ordinato di togliermi il catetere. Operazione complessa: apertura della valvola per sgonfiare la palla, colpo di tosse potente intanto che l'infermiere rapido lo tira fuori. La felicità fu di breve durata... fino alla scoperta che lo sfintere si era disabituato a funzionare... per fortuna avevo biancheria e pigiama di scorta e la gentile infermiera mi ha dotato di un superpannolone.  Poco prima di mezzogiorno, visto che ero gìà riuscito a fare un litro di urina, mi hanno tolto l'ago per le flebo, il braccialetto con il mio numero e consegnata la lettera di dimissione.

Raccomandazione di bere molta acqua. Attendere il 31 gennaio 2011 per il ritiro dell'esame istologico.

Il dottor Streada, primario di urologia, che consegna personalmente gli esami istologici, mi ha detto trattarsi di un carcinoma uroteliale pappillare  di basso grado. Alla mia faccia interrogativa ha aggiunto: «Nulla di grave, si stare tranquillo, ma soprattutto non ci abbandoni». Questo «non ci abbandoni» è la parte principale del discorso e deve essere un impegno preciso da rispettare tra malto medico: ne va della salute e in questo caso evitare interventi chirurgici da macelleria.

Per stare nel protocollo fra tre mesi esame delle urine con conteggio cellule tumurali, ecografia addome pelvico, cistoscopia entro tre mesi.

Un ruolo importante è stato quello del dottor Robert che mi ha spiegato, rispiegato ripetuto e riripetuto che almeno una trentina di suoi assistiti vivono felicemente con questa malattia e che l'importante è seguire il protocollo di controlli previsto.

Tra le parole del Politi, il chirurgo, dello Strada, il primario, del Robert, el dottor, le paure si sono un po' dislenguate... ma sempre urinavo sulla parete del cesso per controllare che non apparissero segnali strani.

Nell'aprile del 2011 la ricerca di cellule tumorali nelle urine ha dato esisto negativo così come l'ecografia non ha evidenziato alcunché in vescica.

Il 20 maggio cistoscopia negativa per recidive. Raccomandazione di bere acqua. Nuovo controllo tra sei mesi, con CTM urine e ecografia apparato urinario.

Finalmente si può andare in montagna a camminare nei boschi e sulle creste!

Il controllo di dicembre negativo per CTM eco apparato urinario. Prossimo controllo tra sei mesi.

La cadenza: intervento, tre mesi controllo con cistoscopia, sei  mesi controllo solo documentale e visita urologica... nuovo controllo tra sei mesi.

Si arriva così dopo il controllo di giugno 2012 a quello del gennaio 2013.

Nelle urine compaiono cellule sospette e l'urologo predispone una cistoscopia con mapping vescicale: eseguita nel marzo del 2013.

Ormai ho degli automatismi quando mi infilano in sala operatoria: in settone per l'anestesia spinale, il mettersi in posizione ginecologica appoggiando le caviglie sugli appositi supporti..., il chirurgo che si presenta e saluta.

Asportazione di una neoformazione vegetante  e biopsia di aree vellutate; l'esame istologico recitava:

  1. Collo vescica: carcinoma papillare uroteliale a basso grado di malignità  (WHO 2004). Non evidenza di infiltrazione della lamina propria e della tonaca muscolare propria presente nel campione in esame
  2. Parete sinistra della vescica: mucosa vescicale indenne da neoplasia, sede di modico edema e lieve flogosi cronica della lamina propria. Non è presente tonaca muscolare propria.
  3. Parete posteriore vescica: mucosa vescicale diffusamente disepitelizzata, indenne da neoplasia sede di modico edema e lieve flogosi cronica della lamina propria. Tonaca muscolare propria presente nel campione in prova priva di alterazioni istologiche di rilevo.

Quando il primario mi ha consegnato il reperto istologico mi ordina un ciclo di 6 istallazioni EPURIBICINA da 50 mg con cadenza settimanale e a seguire ecografia addome, ricerca CTM nelle urine e a seguire cistomapping.

Appuntamento con il Robert per informarlo delle novità e lui «Tranquillo sta andando secondo la norma, nulla di strano»

Istillazioni cosa saranno, come si faranno?

E venne il 24 marzo 2013 per la prima. Ben due infermiere in studio.

«Sdraiato sul lettino, abbassare panatlone e braghetta per scoprire il pene»

«Rilassato, pancia morbida»

Una spruzzata di anestetico, la mano guantata di una delle due afferra il pene, scopre il glande e lo pittura con il giallo tintura di iodio l'altra con cura sceglie una cannetta di plastica e la cosparge di vaselina: un occhio cura una l'altro l'altra, sto diventando strabico.

Si avvicina quella con la cannetta, prende delicatamente il pene e comincia ad infilarla «Colpo di tosse», una delicata ruzzatina con la cannetta  «A posto». Domando «Che cosa?», «È entrata in vescica». L'altra arriva con un minaccioso siringone con liquido (2-3 dl), lo attacca alla cannetta e lo invia in vescica. «Fastidi» «No». Sfilatura della cannetta,  garze per proteggere le braghetet dal giallo tintura d'odio. «Trattenga per almeno per mezz'ora» «Problemi, si sente bene?» Mentre mi rimetto in ordine «No, tutto bene». Le due infermiere all'unisono «Caro Semplice, ci vediamo la prossima settima» «Se vedom». Non ho fatto tempo ad arrivare all'ascensore che mi sono sentito un ganzo «72 anni e due donne, che te lo prendono in mano» .

Un paio di giorni dopo sono dal dottor Robert e mentre gli racconto tutto sull'istillazione gli racconto pure dell'essermi sentito un ganzo e subito ho un'illuminazione: «Robert, se stasera il marito di una delle due vorrà mostrarle la sua roba, cosa gli dirà e che faccia gli farà» e lui pronto: «La stessa e lo stesso del ginecologo a sua moglie, a parti rovesciate» e poi in un attimo di verità: «Non è che ci si ain giro tanta bella roba!»

On po' di sana ironia aiuta a scacciare i pensieri tristi e così è pure finito il ciclo delle istillazioni. 

Si arriva così a settembre 2013 esame CTM negativo ed l'ecografia non evidenzia alcunché in vescica e nuovo posizionamento ginecologico in sala operatoria: prelievo di tessuto arrossato in parete laterale sinistra per esame istologico. Questo evidenzia cistite acuta e cronica e nessuna evidenza di neoplasia. Altre 12 istillazioni di EPIRUBICINA, stavolta a cadenza mensile da ottobre 2013 a settembre 2014. Si ricominciano le passeggiate a piedi per attraversare il parco Nord e andare a trovare le due famose infermiere che si prendono cura della mia vescica. A giugno 2014 un esame CTM e ecografia addominale per il controllo con l'urologo dottor Polito che conferma per dopo la fine della terapia un controllo endoscopico.

Comincio a capire cosa voleva dire il dot Strada con «Non ci abbandoni»: occorre pazienza e calma per seguire con attenzione un calendario così fitto e fiducia nei medioci e in se stesso: occorre il supporto della famiglia e del medico di base, che non mi sono m ai mancati.

A dicembre 2014 ricovero. Come entro in sala operatoria si avvicina il prof. Strada che si presenta e mi da la  mano: dovrebbero farlo tutti i chirurghi, è un gesto che dona fiducia. Quando si appresta a maneggiare attorno al mio pene chiede di ruotare un po' lo schermo, perché io possa vedere quello che succede, rimprovera però l'anestesista di non girarlo troppo perché è molto importante che lui veda bene. Spiega ai suoi assistenti che c'è nella zona laterale superiore sx una sospetta etero plasia piatta di cui procede ad una radicale resezione.  Un paio di notti in ospedale poi a casa in attesa dell'esame istologico e con l'obbligo di fare esame delle urine, urinocultura, creatinina e emocromo  entro 10 gg dalla dimissione e far valutare dal medico curante. Esami nella norma. L'esame istologico evidenzia: "frammenti di mucose vescicali parzialmente disepitelizzati sede di focale displasia uroteliale (neoplasia uroteliale intrapiteliale di basso grado. Tonaca muscolare presente ed indenne da lesioni."

Nuovo appuntamento tra sei mesi per controllo endoscopico previa TAC addome completo.

Il referto della TAC dettagliatissimo e pieno di paroloni mi ha costretto a chieder lumi al Robert, che con calma e bontà d'animo mi ha tradotto il gergo medico in italiano settentrionale capibile: alla fine tutto in ordine per una persona della mi età.

Nel luglio ricovero, sala operatoria, non è stato un semplice controllo ma c'è stata una resezione di due aree discromiche in parete posteriore e laterale sinistra. Per via delle urine subito chiare il giorno dopo mi è stato tolto il catetere: vuoi vedere che mi mandano a casa senza aspettare il terzo giorno? Non è stato così!

L'esame istologico evidenzia:

  1. Lembo di epitelio squamoso pluristratitificato, metaplastico (questo parolone significa cellula modificata che può tornare ad essere qulla originale)
  2. Cistite cronica

Soddisfazione nulla di che preoccuparsi!

Comunque

  1. a sei mesi controllo ambulatoriale con ecografia apparato urinario.
  2. a nove mesi controllo cistoscopico

Il controllo ambulatoriale con anche controllo della prostata per via anale non ha evidenziato alunché

Il controllo cistoscopico con prericovero e ricovero e relative solite procedure è stato per la prima volta velocissimo. Me ne sono reso conto perché uscito dalla sala operatoria senza flebo attaccate al braccio. Per facilitare il decorso appena in camera ho cominciato a bere acqua. Urine subito chiare, tardo pomeriggio via il catetere e... lettera di dimissioni dove ho letto che non sono state trovate alterazioni. Dopo cinque anni una toccata e fuga.

Sono comunque programmati:

  1. a nove mesi controllo ambulatoriale con ecografia apparato urinario.
  2. a dodici mesi controllo cistoscopico

Febbraio 2017 Ecografia perfetta, visita tattile alla prostata negativa confermata cistoscopia per maggio 2017.

La cistoscopia per problemi di carico di lavoro ospedaliero è stata fatta il 3 luglio 2017: rapida, uscita dalla sala operatoria senza attaccato sacche di acqua e senza catetere. Mentre ero in sala postoperatoria è venuto il chirurgo per dirmi che non ha notato nulla di particolare: 1. eseguita biopsia vescicale a freddo su piccola area eritematosa 2. vescica a capacità aumentata, quadro da sforzo Dimissione il 4 luglio: 1. terapia con Tamsulosina 0,4 mg, 1 compressa alle 22.00 per favorire lo svuotamento vescicale 2. il 26 luglio ritiro dell'esame istologico Adesso tutte le sere suona la sveglia del telefono per ricordarmi di prendere la compressa! L'esame mi è stato consegnato dal buon dott. Politi, che mi ha accolto: «Caro Semplice, uno dei due campioni ha evidenziato "carcinoma papillare a basso grado di malignità (sec. WHO 2004), non evidenza di infiltrazione della lamina propria, non evidenza della tonaca muscolare propria del campione in esame». Considerando che non avevo avuto problemi con le istillazione di un paio d'anni prima mi ha consigliato 6 istillazioni di Mitomicina. Nessun problema ad accettare. Riepilogando: 1. 6 istillazioni di Mitomicina, già prenotate dalle amiche infermiere a partire dal 21 settembre 2. Siamo sempre in presenza di T-0. proponendomi dell'istillazioni 3. Urotac con contrasto a marzo 2018, da consegnare al prericovero 4. Cistoscopia di controllo in aprile 2018 Nessuna agitazione o preoccupazione si continua la strada intrapresa! Dopo sei anni di attenti controlli e cure pareva che le manifestazioni di questo tumore superficiale avessero cessato di manifestarsi. A distanza di un anno eccole ritornare. Sette anni da quando, visto un segnale, la famosa goccia di sangue sulla parete del cesso, me ne sono occupato e con l'aiuto di medici attenti e bravi, mi è stato permesso di guardare serenamente e con fiducia al futuro, rispettando il motto del prof. Strada «Signor, Semplice non ci abbandoni». Come si dice: Mai mullà!


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