La chemioterapia si riferisce a farmaci usati per il trattamento sistemico del tumore. Questi farmaci sono somministrati per iniezione diretta nelle vene del paziente o per via orale al fine di attaccare le cellule tumorali presenti in ogni parte del corpo.
Chemioterapia Neo-adiuvante è il termine usato per definire la chemioterapia effettuata prima dell'intervento chirurgico. Diversi importanti studi clinici hanno dimostrato che l'uso della chemioterapia endovenosa prima di cistectomia radicale migliora la sopravvivenza dei pazienti affetti da carcinoma invasivo alla vescica. Sembra che questo tipo di chemioterapia fatta all’inizio del percorso clinico riduca il tumore all'interno della vescica in alcuni casi uccidendo i piccoli focolai metastatici della malattia che si sono diffusi oltre la vescica.
Chemioterapia Adiuvante è il termine usato per la chemioterapia che si pratica dopo l'intervento. Generalmente, la rimozione della vescica comporta anche la rimozione di un numero di linfonodi che circondano la vescica e che vengono poi inviati al laboratorio di patologia per l'analisi. Se i risultati dell’esame istologico indicano che il tumore sia localmente avanzato a livello vescicale o si sia diffuso ai linfonodi o ad altri organi vicino alla vescica, il medico può raccomandare la chemioterapia per aiutare a prevenire il ripresentarsi della malattia.
Nonostante le evidenze cliniche favorevoli e le forti raccomandazioni la chemioterapia neo-adiuvante non è sempre attuata in modo uniforme e sistematico. Gli ospedali in cui questa opzione viene proposta, discussa con il paziente e praticata sono infatti una minoranza. Una probabile (ma ormai sconfessata) ragione è che maggior parte degli urologi teme di esporre il paziente (e sé stesso) ad un aumentato rischio di complicanze in una chirurgia così complessa e già di per sé a rischio, come la Cistectomia Radicale (vedi sopra).
E’ però importante che i pazienti siano consapevoli di questa fondamentale opzione terapeutica (ormai di routine) e ne chiedano conto ai loro oncologi di riferimento. Inoltre, la ricerca ha beneficiato in questi anni di numerosi studi clinici, spesso incentrati su nuovi farmaci introdotti per altre patologie poi estesi anche al tumore alla vescica, che hanno apportato nuove opzioni terapeutiche quali l’immunoterapia da sola o in combinazione con la chemioterapia stessa.