Ma vediamo un po’ più da vicino come “funzionano” i tumori della vescica.
Come abbiamo visto un tumore che insorge solo sullo strato superficiale interno della vescica, cioè la mucosa, costituisce una malattia che in generale non comporta rischio di morte. Più da vicino, i tumori sono alterazioni nella crescita e nell’organizzazione della mucosa che nella maggior parte dei casi assumono la forma di arborescenze che crescono verso il lume (l’interno, cavo) della vescica.
T0: nessun tumore
TIS (CIS): Carcinoma in situ (tumore piatto di alto grado non invasivo)
Ta: tumore papillare che interessa l'urotelio senza invasione nella parete della vescica
T1: Tumore che invade la lamina propria
T2: Tumore che invade lo strato muscolare
T3: Tumore che si sviluppa attraverso la parete della vescica nel circostante strato di grasso
T4 Tumore che invade altri organi vicino alla vescica, cioè la prostata, l’utero, la vagina, la parete pelvica.
La mucosa normale è organizzata sotto forma di strati di cellule sovrapposti gli uni agli altri. Per capire di più, ricordiamoci che la funzione di immagazzinamento dell’urina richiede che l’organo si modifichi per adattarsi ad una variazione importante di volume: quando la vescica è vuota, la sacca piriforme è per così dire “sgonfia” e le pareti della sacca sono spesse ed afflosciate contro la base, mentre a mano a mano che si riempie ricevendo l’urina che producono i reni, l’organo si gonfia, le sue pareti si distendono e si assottigliano e gli strati della mucosa devono scorrere uno sull’altro per adattarsi alle variazioni di volume dell’organo. Un tumore è riconoscibile come una arborescenza che cresce verso l’interno della vescica (una piccola mora, un piccolo cespuglio) ed esaminato al microscopio è composto da un numero di strati aumentato rispetto al numero di strati normale; e in più, questi strati soprannumerari sono anche costituiti da cellule di aspetto diverso. Il loro aspetto, o la loro morfologia, è un primo indice delle capacità aggressive di un tumore. Più in dettaglio, quanto più le cellule appaiono simili alle cellule normali tanto meno aggressiva è la malattia e, al contrario, quanto più l’aspetto, la forma, i rapporti tra le parti che la compongo, è sovvertito tanto più la malattia ha capacità di crescita aggressiva. Similmente, l’organizzazione di crescita esprime indizi sulla capacità aggressiva della malattia. L’architettura infatti può essere semplice, descrivendo una sorta di cespuglio determinato dallo sviluppo di strati di cellule più numerosi e in eccesso rispetto al normale, che conferisce al tumore il tipico aspetto arborescente, o “papillare” come si dice in gergo tecnico. Potremmo assimilarlo anche ad un cespuglio, dove è quasi sempre riconoscibile una base di impianto più sottile, che si inserisce nella terra, ed è una parte più ampia ricoperta di fronde e foglie. All’opposto, al microscopio, l’organizzazione della crescita può assumere un aspetto complesso e disorganizzato, che macroscopicamente corrisponde ad una lesione di aspetto nodulare, a contorni tondeggianti con base di impianto larga (come una sorta di bitorzolo, o più bitorzoli confluenti). Il giudizio se si tratti di una lesione superficiale oppure no è assai spesso possibile già durante l’endoscopia, tuttavia è l’esame microscopico che può riconoscere con precisione la presenza di infiltrazione.