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Sonno

L’attività fisiologica del “dormire” (il sonno) merita di avere da parte nostra un’attenzione particolare.

L’effetto dell’impatto emotivo e psicologico della diagnosi e/o delle cure relative alla nostra patologia, o ancora l’effetto del nuovo status post-operatorio (con neo-vescica o stomia/e) può condizionarne la qualità e la quantità, e come sappiamo il riposo notturno rappresenta una fase importante di una vita sana ed equilibrata.

Ecco allora alcuni cenni relativi a studi sui rapporti (sempre più stretti e diretti) tra sonno e diagnosi del tumore e alcune informazioni sui metodi farmacologici tradizionali e naturali per facilitare questa importante fase della nostra vita.

Tra tutta l’aneddotica sul tema del sonno, abbiamo estrapolato questa frase di Miguel Cervantes (l’autore del celebre “Don Chisciotte”):

Dio benedica chi ha inventato il sonno, mantello che avvolge i pensieri di tutti gli uomini, cibo che soddisfa ogni fame, peso che equilibra le bilance e accomuna il mandriano al re, lo stolto al saggio.

Il sonno è un dono e dormire fa bene, questa consapevolezza la percepivano anche nell’antichità, tanto da rappresentarlo come un Dio a protezione dei dormienti ed in grado, ci racconta Omero, di addormentare perfino il padre Zeus: veniva denominato come Ipno, padre di Morfeo, nume quest’ultimo dei sogni ma che spesso associamo al sonno stesso.

Ma vediamo in dettaglio, cosa è il sonno e come si articola. Tutto quello che oggi si conosce sul sonno è stato scoperto grazie a particolari esami basati sul monitoraggio delle onde cerebrali, sull'elettroencefalogramma che registra l'attività elettrica del cervello, attraverso l'elettrooculografia che registra i movimenti oculari e con l'elettromiografia che rileva i movimenti muscolari.

Gli studiosi hanno evidenziato che il sonno non è uguale per tutta la sua durata ma è caratterizzato dalla presenza di 2 fasi principali:

1.   LA FASE NON-REM

Sonno lento, sincronizzato

sonno ortodosso

2.   LA FASE REM

Sonno rapido, desincronizzato

sonno paradosso


Fase non REM

  • Stadio 1- "FASE DI ADDORMENTAMENTO" = Stato crepuscolare, fra veglia e sonno leggero
  • Stadio 2 - "SONNO LEGGERO" = La coscienza è sopita, i muscoli si rilassano
  • Stadio 3 - "SONNO PROFONDO" = In questa fase il sonno comincia a diventare più profondo
  • stadio 4 - "SONNO PROFONDO EFFETTIVO" = È quello del sonno più profondo, quando il nostro organismo si rigenera. Le onde corrispondenti all'attività cerebrale di questo momento sono piuttosto lente

Fase REM

Il termine REM deriva dal fatto che durante tale fase gli occhi si muovono con movimenti ritmici rapidi (dall'inglese Rapid Eye Movements = movimenti oculari veloci). In questa fase, che si verifica normalmente 4 o 5 volte per notte, si fanno sogni molto intensi. Il termine sonno paradosso deriva dal fatto che l'elevata attività celebrale e i rapidi movimenti oculari che caratterizzano questa fase sono in contrasto con il grado di generale rilassamento muscolare. Durante la notte si verificano diversi cicli del sonno della durata di 90-100 minuti caratterizzati dal passaggio attraverso vari stadi del sonno e la fase REM.

Alternanza delle fasi (stadi) nei 4 / 5 cicli per notte

Le fasi di sonno REM, della durata di circa 15 minuti, sono caratterizzate da sogni intensi e da movimenti oculari ritmici e rapidi. Nel corso della notte diminuiscono progressivamente le fasi di sonno profondo e aumentano di durata e di intensità le fasi REM.

I vari studi fatti sul sonno concordano nell'affermare che sia il sonno REM che quello non-REM sono necessari per essere in buona salute, ma ancora non si conosce bene il ruolo specifico di ognuno. Sappiamo che durante il sonno non-REM si ha una produzione elevata dell'ormone della crescita che è vitale per la salute fisica, mentre nel sonno REM aumenta il flusso sanguigno verso il cervello e questo è utile per la salute mentale. Se una persona è disturbata in fase REM o nel momento di sonno profondo, facilmente presenta sintomi di stress e di nervosismo.

Quanto bisogna dormire

Il sonno è caratterizzato da un abbassamento del livello di coscienza e dalla riduzione della funzionalità biologica ed è indispensabile alla sopravvivenza dell'organismo e all'equilibrio psichico dell'uomo e degli animali superiori. Dire che il fabbisogno del sonno diminuisce con l'età è corretto se ci si limita al dato quantitativo. Al neonato occorrono diciotto ore, contro le cinque o sette dell'anziano. Dopo i 25 anni inizia il deterioramento della qualità del sonno, la cui durata rimane costante fino ai 35 anni, ma la cui fase profonda comincia a diminuire dall'iniziale 20% della durata totale. A 35 anni l'uomo passa meno del 5% della durata del sonno notturno nella fase profonda, probabilmente a causa di una riduzione della secrezione di ormone della crescita. Dopo i 50 anni la durata del riposo notturno diminuisce di 27 minuti ca. ogni dieci anni. In realtà il sonno dell'anziano è diverso da quello del giovane, ma molte ricerche hanno evidenziato che negli individui in buona salute, con molti interessi e soddisfatti della loro qualità della vita, la qualità del sonno non si modifica con l'età. È fondamentale conservare il ritmo veglia-sonno più costante possibile.

Potremmo dire che una durata tra le 6 ore e 30 e le 7 e 30 rappresenta una media accettabile per considerarla associabile ad uno stile di vita equilibrato e corretto (F.P.Cappuccio, L.D’Elia, P.Strazzullo, M.A.Miller, Sleep duration and all-cause mortality: a systematic review and meta-analysis of perspective studies, Sleep, 33, n. 5 (maggio 2010): 585-592).

Correlazione con il tumore

Esistono ormai diversi studi che mettono in correlazione una buona qualità del sonno con la diminuzione del rischio di tumore, cui fanno da contraltare ricerche che invece rapportano i disturbi del sonno con un innalzamento dei rischi di contrarre tumori o aumentare la possibilità di recidiva certo da mettere in relazione con una diminuzione dell’efficacia del sistema immunitario.

A dimostrarlo, tra altri, uno studio dell’Università di Chicago, pubblicato sulla rivista Cancer Research: un sonno tormentato, con frequenti risvegli, peggiorerebbe la prognosi, accelerando la crescita del tumore e aumentandone la capacità di invadere i tessuti circostanti. Stando ai risultati della ricerca, ottenuti per ora su topi, il meccanismo dipenderebbe dal sistema immunitario, che in presenza di sonno irregolare non riuscirebbe a contrastare efficacemente la malattia (D.Gozal, Fragmented sleep accelerates tumor growth and progression through recruitment of tumor-associated macrophages and TLR4 signaling).

Ma non solo: in una logica curativa ripristinare il ritmo luce-buio nelle cellule tumorali rallenterebbe addirittura il decorso della malattia. Lo conferma uno studio statunitense condotto dell’Hollings Cancer Center.

I ricercatori dell’Hollings Cancer Center del Medical University (MUSC) della Carolina hanno pubblicato di recente sulla rivista Nature Cell Biology uno studio sul funzionamento dell’orologio biologico nei pazienti con tumore. Ma che cosa si intende per orologio biologico? Lo scorso anno i ricercatori americani Jeffrey Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young si sono aggiudicati il premio Nobel per la medicina grazie alla scoperta dei meccanismi che determinano il ritmo circadiano (vale a dire il ritmo sonno/veglia caratterizzato da un periodo di 24 ore) negli organismi viventi. Quest’ultimo è responsabile del nostro orologio biologico, una sorta di timer che detta i ritmi del sonno, regola il metabolismo, la temperatura corporea, il rilascio degli ormoni e la pressione sanguigna. Il sabotaggio di tale sistema può arrivare a compromettere la salute degli individui o addirittura agevolare la progressione della malattia. Per questo motivo lo studio sul meccanismo a orologeria delle cellule ha aperto la strada a diversi filoni di ricerca nel campo della medicina, anche nel trattamento dei tumori.

Poiché l’orologio del corpo regola tutti i processi -sonno, appetito, temperatura interna, produzione ormonale, regolazione del rilascio dell’insulina e glucosio, rigenerazione cellulare, attività delle onde cerebrali e molti altri ancora- ignorarne i segnali ha un impatto negativo sul nostro benessere e sullo stesso sistema immunitario.

Imparare ad identificare e rispettare il nostro ritmo circadiano è quindi essenziale per benessere e prevenzione. Quando si assecondano le sollecitazioni dell’organismo (a riposare in questo caso) si ha l’opportunità di allineare corpo e mente con effetti profondamente curativi.

Nella fase in cui siamo effettivamente addormentati, con gli occhi chiusi e la mente non più concentrata sui compiti da svolgere, ha luogo un ingente opera di riparazione nel nostro organismo: non stiamo più spendendo energia verso l’esterno, la stiamo usando tutta all’interno.

Di seguito riporteremo alcune sintesi ed estratti dal libro “Il metodo anti-cancro” del dottor Lorenzo Cohen (Sperling & Kupfer, Milano 2018) , professore emerito di prevenzione oncologica e responsabile del progetto di medicina integrata dell’MD Anderson Cancer Center dell’Università del Texas di Houston.

Nel testo sopra citato esiste un capitolo dedicato al riposo ed ai suoi rapporti con diagnosi e/o prevenzione oncologica (n. 9, Il bisogno di recupero e riposo, 179-212). In particolare si evidenzia che al culmine dei processi di guarigione che avvengono di notte viene rilasciata la somatropina (l’ormone della crescita umano o HGH), si ha la sintesi delle proteine e avviene la scissione dei lipidi per la riparazione dei tessuti (R.C.Anafi-R.Pellegrino-K.R.Shockley e altri “Sleep is not just for the brain: transcriptional responses to sleep in peripheral tissues”; H.M.Ollila, S.Utge, E.Kronholm et al.”TRIB1 constitues a molecular link between regulation of sleep and lipid metabolism in humans”, Tanslational Psychiatry, 2 marzo 2012, e97; Y.Takahashi-D.M.Kipnis, W.H.Daughaday, “Growth hormone secretion during sleep”, Journal of clinic investigation, 47, n.9 settembre 1968-2079-2090).

Mentre l’organismo ripara se stesso, il sistema immunitario viene riequilibrato. E’ il sistema di difesa naturale e può operare al meglio solo se siamo riposati. In caso contrario gli effetti negativi riguardano l’aumento di stati infiammatori, e riduzione della funzione immunitaria, esponendoci alle infezioni e come mostra qualche ricerca una esacerbazione della crescita tumorale (D.H.Bovbjerg “Circadian disruption and cancer”, Brain, Behavior and Immunity, 17 suppl. 1 febbraio 2003, S48-S50; R.V.Puram, M.S.Kowalczyck, C.G.Boer et al. “Core circadian clock genes regulate leukemia stem cells”, Progressi in molecular biology and translational Science, 119 (agosto 2013): 221-282; F.Hakim, Y.Wang, S.X.L.Zahng and oth. “Fragmented sleep accelerates tumor growth and progression through recruitment of tumor associated macrophages and TLR4 signaling”, Cancer Research, 74, n. 5 (gennaio 2014), 1329-1337.).

Mentre dormiamo i radicali liberi vengono riassorbiti e viene impedito loro di legarsi all’ossigeno causando ulteriori danni. Il sonno può essere definito un antiossidante naturale tanto che alcuni medici ritengono che il disturbo del sonno possa essere considerato tra i “probabili” cancerogeni in quanto è connesso a un aumento dell’infiammazione e ad una funzione immunitaria debilitata.

Uno studio del 2012, condotto da ricercatori della Case Western Reserve dell’Università di Cleveland, ha rilevato infatti che donne in menopausa con carenza di sonno cronica avevano maggiori probabilità di andare incontro a forme aggressive di tumore al seno e ad un rischio più elevato di recidiva. Tale correlazione è rimasta significativa anche tenendo conto di età, abitudine al fumo, attività fisica, condizione di soprappeso.

Il problema è che una delle cause principali della difficoltà di prendere sonno e/o di svegliarsi durante la notte (con difficoltà a riprendere il ritmo del riposo) riguarda, tra i vari nostri problemi, familiari, sociali, finanziari, lavorativi anche il disagio psicologico, il timore, l’ansia, quando non il dolore, legati alla diagnosi del tumore. Il tumore uroteliale rappresenta una tipologia di tumore particolarmente insidiosa perché soggetta alla ricorrenza (recidiva) e comunque comporta il costante monitoraggio per buona parte se non per tutta la nostra vita. Un vero e proprio generatore di ansia, per il trattamento della quale rimandiamo al capitolo precedente.

Il messaggio che ci sentiamo di dare è che saper trovare un equilibrio sonno-veglia e attenuare l’ansia rappresenta un fattore importante di benessere generale quando non di vera e propria prima barriera all’insorgenza o, nel nostro caso, alla risorgenza.

Rimedi e tecniche per il rilassamento ed il sonno

 REIKI

Il nome Reiki deriva dalla pronuncia di due caratteri giapponesi che descrivono l'energia in sé: '霊 rei' (significante 'l'aldilà' o 'spirituale') e 気 ki (in cinese qi, qui nel significato di 'energia' o 'forza vitale').

Nelle lingue occidentali il significato di Reiki è spesso definito come Energia Vitale Universale. Il sostantivo "Reiki" comunemente si riferisce indistintamente sia all'energia sia al metodo terapeutico che utilizza l'energia. Reiki è anche usato come verbo e aggettivo. I madrelingua giapponesi utilizzano il termine in senso generico come "potere spirituale" distinguendo dallo specifico "metodo Usui di cura Reiki", similmente la pratica viene a volte chiamata Usui-do o Usui-no-michi ("il Metodo di Usui").

 Riportiamo l’esito di uno studio-pilota effettuato presso l’Ospedale Le Molinette di Torino nel 2008:

Si può concludere che il trattamento reiki influisce positivamente sia
come aiuto psicologico nell’affrontare l’iter di terapie, negli stati d’ansia e
depressione, sia come supporto integrativo alla terapia del dolore
.”.

Ospedali dove viene praticata la tecnica Reiki:

  • ROMA. Il Reiki viene praticato al Regina Elena.
  • MILANO. Il Reiki viene praticato nell’Ospedale San Carlo Borromeo. Viene effettuato ai pazienti secondo tariffario del S.S.N. al Centro di Medicina Psicosomatica.
  • TORINO. Il Reiki viene praticato presso l’Ospedale San Giovanni Battista, al C.O.E.S. (Centro Oncologico Ematologico Subalpino). Il paziente è seguito da un’equipe composta da differenti figure professionali: un medico, uno psicologo, il personale infermieristico, gli operatori Reiki dell’associazione Cerchio di Luce.
  • ASTI.  Il Reiki viene praticato presso l’Ospedale Cardinal Massaia nel reparto di Oncologia.

Per altre patologie:

  • VICENZA. Pratiche di Reiki vengono svolte presso il Servizio per le Tossicodipendente e l’Alcologia (Ser.T). Il Reiki, dunque, viene inserito tra i programmi di recupero di soggetti alcool dipendenti.
  • NAPOLI. Il Reiki si pratica anche a Napoli, alla ASL NA1, distretto 33 all’ambulatorio di ginecologia diretto dalla dottoressa Giulia Zinno e a cura dei volontari dell’associazione Yantra.

Terapia cognitiva comportamentale per l’insonnia (TCC-I)

Trattasi di una forma di psicoterapia focalizzata particolarmente efficace nel trattamento dell’insonnia. In poche settimane i pazienti riescono a cambiare le proprie abitudini per quanto riguarda il riposo notturno ed ha dimostrato benefici di lunga durata nel migliorare il sonno di pazienti oncologici (J.A.Johnson, J.A.Rash, T.S.Campbell et al. “A systematic review and meta-analysys of randomized controlled trials of cognitive behaviour therapy for insomnia in cancer survivors”, Sleep Medicine Review, 27 (giugno 2016) 20-28).

Medici specialisti si trovano in tutta Italia. A livello ospedaliero possiamo citare come centri specializzati  i Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura di Psichiatria

del San Filippo Neri di Roma, di Parma, di Arezzo, di Desio (Milano), di Saronno.

Tai Chi

ll tàijíquán (anche abbreviato in Taiji o Tai Chi); è uno stile interno delle arti marziali cinesi nato come tecnica di combattimento, è oggi conosciuto in occidente soprattutto come ginnastica e come tecnica di medicina preventiva.

Presso l’Università della California (UCLA) è stato condotto uno studio su 112 persone anziane con disturbi del sonno moderati. Sedici settimane di pratica del Tai Chi hanno migliorato la qualità della vita e la durata del sonno in modo significativo. Lo studio è stato pubblicato nel numero di luglio 2008 della rivista scientifica Sleep.

Esistono studi, in particolare sempre presso la UCLA negli USA del dottor Michael Ierwin che attestano dell’efficacia notevole del tai-chi come aiuto per sopravvissuti a carcinoma (M.R.Irwin, R.Olmstead, E.C.Breen et al. “Tai-Chi compared with TCC A for the treatment of insomnia in survivor of breast cancer”, Journal of clinical Oncology, 35, n. 23 (agosto 2017) pp.2656-2665).

Numerosi i centri specializzati in Tai-Chi diffusi in tutta Italia. Risultano esperienze fatte presso gli Ospedali di Massa e Lecco.

Yoga

Con il sostantivo maschile sanscrito Yoga (devanāgarī: योग, adattato anche in ioga) nella terminologia delle religioni originarie dell'India si indicano le pratiche ascetiche e meditative. Non specifico di alcuna particolare tradizione hindu, lo Yoga è stato principalmente inteso come mezzo di realizzazione e salvezza spirituale, quindi variamente interpretato e disciplinato a seconda della scuola.

Alla base di tutte le tecniche Yoga di rilassamento c’è lo studio del respiro. Le quattro fasi del respiro, inspirazione, pausa a polmoni pieni, espirazione, pausa a polmoni vuoti, sperimentate e adattate alle esigenze specifiche del praticante, modificano  la qualità e la quantità del respiro: per la loro interazione col sistema nervoso, responsabile anche della qualità del sonno, se usate ad arte prima di addormentarsi o nell’occasione di un risveglio precoce, possono debellare anche l’insonnia più tenace. Le tecniche respiratorie consentono di allungare i tempi di inspirazione ed espirazione a volontà: ciò comporta l’assorbimento di una maggior quantità di ossigeno da parte dei nostri tessuti. Imparando dunque ad usare il respiro in modo più pieno si individua nella fase di espirazione uno strumento fondamentale per rilassarsi. Un’espirazione prolungata, a cui si accompagni consapevolmente la distensione muscolare, diventa una forma espressiva molto convincente che il sistema nervoso accetta senza riserve.

In uno studio condotto alla University of Rochester, quattrocento sopravvissuti a tumori con disturbi del sonno hanno dimostrato un miglioramento della propria qualità del sonno dopo la partecipazione ad appena due sedute settimanali di yoga (K.M.Mustian, L.K.Sprod, M.Janelsins and oth “Multicenter, randomized, controlled trial of yoga for sleep quality among older adult wirh sleep disturbance”, Journal of Clinic Oncology, 31, n. 26 (settembre 2013) 3233-3241).

In una ricerca condotta dallo stesso dottor Lorenzo Cohen presso l’MD Anderson Cancer Center di Houston le donne in cura per tumore mammario che praticavano regolarmente yoga dimostravano una discesa maggiore di cortisolo rispetto ad altre pazienti non praticanti tale disciplina permettendo al loro organismo di rilassarsi e di predisporre al sonno.

Interessanti ma ancora sporadiche le esperienze di yoga per pazienti in Italia. In particolare ricordiamo l’ospedale Pederzoli di Verona proprio nel reparto di oncologia.

Rimedi medicinali per favorire il sonno

Di seguito sono riportate le classi di farmaci maggiormente impiegate nella terapia contro l'insonnia, ed alcuni esempi di specialità farmacologiche; spetta al medico scegliere il principio attivo e la posologia più indicati per il paziente, in base alla gravità della malattia, allo stato di salute del malato ed alla sua risposta alla cura.

Farmaci ansiolitici/sedativi ed antidepressivi: la somministrazione di questi farmaci è indicata per trattare l'insonnia cronica di grave entità, accompagnata da disturbi psicologici che ostacolano non solo il sonno, ma anche la vita sociale del soggetto che ne è affetto. Anche se i sintomi dell'insonnia spariscono dopo pochi giorni dalla somministrazione di questi farmaci, è caldamente sconsigliata l'interruzione brusca ed improvvisa del trattamento: infatti, un simile gesto potrebbe provocare il tipico effetto rimbalzo, provocando dunque ricadute, accompagnato da sintomi talvolta più gravi del disturbo precedente. Citiamo solo alcuni principi attivi raccomandando di nuovo la loro assunzione attraverso farmaci su ricetta e sotto stretto controllo medico dato le controindicazioni relative all’assunzione per un periodo prolungato.

Principi attivi alla base dei farmaci in commercio

-Zaeplon: si tratta di un farmaco ipnotico/sedativo, indicato per trattare l'insonnia nel contesto di ansia e stress particolarmente accentuati.

-Benzodiazepine hanno una azione anticonvulsivante. Oltre che per la cura dell'insonnia i farmaci alla base di questo principio attivo sono indicate per trattare i disturbi correlati all’ansia.

-Magnesio Orotato: si tratta di un sale di magnesio complessato con acido orotico (vitamina B13): il magnesio, infatti, è un elemento fortemente utilizzato dall'organismo in caso di stress, di conseguenza, quando l'insonnia dipende da stress, la somministrazione di magnesio orotato è particolarmente consigliata, proprio perché l'organismo ne è carente. Il magnesio complessato a composti organici costituisce un valido abbinamento, poiché rendono più disponibile il minerale.

-Melatonina: è reperibile come capsule, compresse a lento rilascio o gocce. La scelta di assumere compresse o gocce è soggettiva, ed il medico consiglia la forma farmaceutica più adatta per il paziente

Rimedi naturali e Fitoterapici

In fitoterapia esistono varie piante con proprietà calmanti e ipnoinducenti che ci possono aiutare a prendere sonno e mantenerlo per la durata di tutta la notte finché non suona la sveglia. Una valida alternativa naturale a farmaci e sonniferi. Sono tutte le erbe con cui si può preparare una tisana della buona notte.

La pianta più conosciuta in assoluto è sicuramente la Camomilla(Camomilla matricaria), utilizzata dalla notte dei tempi per addormentare i bambini e calmare gli animi inquieti. Attenzione che oltre una certa concentrazione sortisce l’effetto opposto.

  • Il Tiglio (Tilia tomentosa) ha un blando effetto sedativo, allenta le tensioni, placa il nervosismo e il mal di testa, favorendo il sonno.
  • Il Biancospino(Crataegus oxycantha) ha anch’esso un effetto sedativo sul sistema nervoso e funge anche da antispasmodico.
  • L’Iperico (Hypericum perforatum), noto come Erba di San Giovanni, ha potenzialità calmanti e rilassanti, oltre che aiutare in caso di depressione e ansia.
  • Il Luppolo (Humulus lupulus) ha effetto ipnoinducente e viene utilizzato anche per riempire i cuscini.
  • L’Arancio dolce (Citrus aurantium) ha proprietà calmanti e antidepressive.
  • Anche il Salice (Salix alba) ha un effetto calmante.
  • La Passiflora (Passiflora incarnata) agisce sul sistema nervoso centrale, calmando le palpitazioni in caso di ansia e stress; aiuta a prendere sonno facilmente senza avere sonnolenza di giorno.
  • La Melissa(Melissa officinalis) allevia vari disturbi della sfera nervosa, dal mal di testa alla spossatezza, dagli stati ansiosi all’insonnia.
  • Anche l’Escolzia (Escholtzia californica) può essere un valido aiuto nell’indurre il sonno, anche grazie alle sue proprietà analgesiche e ansiolitiche.

Uno dei rimedi naturali più conosciuti contro l’insonnia è la Valeriana (Valeriana officinalis), di cui si utilizza la radice essiccata. Considerata un tranquillante naturale, agevola il sonno, abbassando il livello di stress e limitando l’ansia, attenzione che può dare dipendenza e causare torpore mentale durante il giorno se dosata male, controindicata per chi soffre di bassa pressione. Tutte queste erbe possono essere consumate sotto forma di infusi, oppure in composti fitoterapici puri o mixati, come estratto secco in capsule oppure tintura madre o macerato idroalcolico in gocce.

Le piante medicinali non sono prive di effetti collaterali. Prima di assumere qualsiasi rimedio fitoterapico, valutare bene il tipo di insonnia di cui si soffre e scegliere il gusto mix di erbe, seguendo il consiglio di un erborista esperto, che possa preparare il dosaggio ad hoc, oppure un naturopata o anche rivolgersi a un medico che ne sappia di fitoterapia. Evitare le cure fai-da-te.

 

A cura di A. Boni

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