L’intervento di TURV, come abbiamo visto, libera la vescica dalla malattia e la sua efficacia dipende dal volume, dimensioni e numero delle lesioni. Quanto più limitata è la malattia tanto più la TURV è risolutiva e viceversa. Abbiamo visto anche che tra le caratteristiche della malattia figura una più o meno spiccata tendenza a formare recidive, ovvero, il formarsi di ulteriori tumori nel corso del tempo. Su questo aspetto della malattia è ovvio che la resezione non può influire. Ecco pertanto che si ricorre a farmaci antitumorali che vengono iniettati periodicamente direttamente dentro la vescica tramite un catetere e, a contatto con l’urotelio vescicale, esercitano un effetto d’inibizione della crescita di ulteriori tumori. (Fig. 9)
Tra i farmaci antitumorali più diffusi figurano la Mitomicina C (MMC) e il Bacillo di Calmette Guerin (BCG).
Questi farmaci sono i più frequentemente utilizzati in tutto il mondo. Il meccanismo d’azione del primo, la MMC (Chemioterapico), sta nella capacità di danneggiare la capacità riproduttiva delle cellule tumorali mentre il meccanismo d’azione del secondo, il BCG (Immunoterapico), è diverso: provoca una reazione infiammatoria sulla vescica e causa una desquamazione delle cellule malate che vengono eliminate attraverso le urine; le cellule normali sostituiranno quelle mlate. Il BCG, inoltre, stimola le difese immunitarie combattendo la malattia.
Fin qui tutto bene, tuttavia, non va dimenticato che, come tutti i farmaci, anche questi hanno i loro effetti collaterali e che sono dose dipendenti, ovvero, tanto più a lungo si somministrano tanto più aumenta il rischio di incorrervi. Questi effetti possono essere immediati, ovvero, seguono l’instillazione, come bruciore, sensazione di fastidio nella parte anteriore del basso addome, e rialzo termico (quest’ultimo più frequente con l’impiego del BCG), inoltre, possono essere dovuti alla somministrazione di farmaci a lungo termine e si manifestano come una riduzione di elasticità della parete della vescica, con conseguente riduzione della sua capienza.
(Fig. 10)
È anche opportuno sapere che nonostante questi farmaci siano in uso da circa un lustro, e che in questo arco di tempo siano stati pubblicati numerosi studi clinici, non abbiamo informazioni rigorose poiché la maggior parte degli studi sono stati condotti con imprecisioni metodologiche che limitano il significato dei risultati osservati fin qui. In sintesi, la certezza sulla loro efficacia è condizionata da un ampio numero di variabili tumorali delle quali non abbiamo ancora una conoscenza precisa. E’ altresì opportuno considerare che esiste un atteggiamento, chiamiamolo di prudenza generosa, per cui spesso gli urologi consigliano le instillazioni vescicali (così si chiamano in gergo) anche in assenza di sicure evidenze di efficacia. Un criterio di sobrietà è costituto dall’applicazione delle linee guida internazionali.